Tra andata e ritorno, Juventus-Bayern finisce 0-4. Un 4-0 simbolico che segna anche il divario tra i club tedeschi e italiani nelle coppe europee. Perché ci hanno superato?
La stampa italiana è unanime nell’attribuire al Bayern Monaco una chiara superiorità nei confronti della Juventus. I gufi su Twitter si divertono con l’hashtag “rinculata”, ma neppure alla vigilia né Conte né i giocatori sembravano davvero convinti di farcela. Il modello organizzativo tedesco, fatto di stadi pieni, programmazione a lungo termine, merchandising, equilibrio di bilancio, ci ha rifilato l’ennesima sconfitta. E la qualificazione del Borussia Dortmund ai danni del Malaga alle semifinali di Champions League contribuisce ad allargare il fossato tra noi e loro. La differenza principale tra Juventus e Bayern sta nella continuità: i torinesi hanno una squadra costruita quasi completamente ex novo negli ultimi due anni, i bavaresi schierano chi tre anni fa era in tribuna, 7-8 undicesimi fanno parte della squadre che perse la finale di Madrid contro l'Inter nel 2010.




E’ anche per questa capacità di programmare che Pep Guardiola ha scelto il Bayern. Si spende, ma non in modo folle. La Juventus spende di più: 212 milioni di euro per il mercato in due anni, contro i 131 del Bayern. Ottima l’ossatura degli italiani, straordinarie le intuizioni Pogba e Vidal, ma quando in una squadra arriva gente come Bendtner o Anelka è chiaro che l’ottusità di una logica ormai passata non riesce proprio ad essere eliminata. Poi c’è il gioco, e lo stile che, amato o odiato che sia, è quello più vincente di questi tempi. Lo ha capito anche la Juve, che con il suo 3-5-2 impone, almeno in Italia, il proprio ritmo agli avversari. Il Bayern invece lo fa con gli uomini giusti: tre trequartisti tutto corsa e inserimenti, quelli che la Juve si sogna. Ribery, Muller e Robben sono i veri top player, così come lo sono Iniesta, Pedro e Messi. Non è un calcio per attaccanti: ieri il Bayern ha vinto perché ha tenuto palla di più (58,5%) e realizzato l’86% di passaggi utili. La lezione sarà servita?